Jova Beach Party a Montesilvano: le ruspe sono già arrivate!

Mi viene da pensare che qui non c’è più nulla da cancellare, le ruspe sono già arrivate. Montesilvano è il posto ideale: il cemento è già sulla spiaggia. Le dune e la pineta sono state cancellate negli anni ’60. Via Aldo Moro tra le Naiadi e Via Marinelli è costruita sull’arenile, è questa la ragione per cui la spiaggia rispetto a Pescara si accorcia dopo le Naiadi. C’è chi vorrebbe più stabilimenti, più cemento, più auto direttamente sotto l’ombrellone, io verrei intravedere la spiaggia e il blu del mare tra il gli alberi della pineta. Abbiamo ancora la possibilità di farlo.
Se ci sarà il concertone la riviera verrà chiusa al traffico, si attiveranno navette e treni speciali per raggiungere la città e la spiaggia. Dovrebbe essere la normalità nel 2019, un’azione già collaudata, riviera chiusa alle auto e arrivo in spiaggia tramite treno, bici e navette, per godere del mare e del divertimento. Alternative concrete e praticabili all’uso spasmodico delle automobili, invece i politicanti, costruttori e balneatori continuano a moltiplicare parcheggi e cemento vista mare. I cambiamenti climatici non ci lasciano più tempo.
Comunque le ruspe sulla spiaggia arriveranno lo stesso per un ripascimento di emergenza, l’area concerto necessita di più spazio verso il mare. I ripascimenti meccanici rubano al bilancio regionale milioni di euro ogni anno, oggi grazie alle ricerche scientifiche sappia che l’uso dei mezzi meccanici e i ripascimenti sono controproducenti. L’erosione è provocata principalmente dal vento, l’erosione si ferma rinaturalizzando le nostre coste: dune e alberi.

E per finire una domanda tra 20, 30 anni cosa resterà della nostra spiaggia e delle cemento vista mare con l’innalzamento del Mar Adriatico. I concerti passano, il futuro è già arrivato! E’ ora di cambiare radicalmente le nostre scelte se vogliamo ancora godere del mare e della spiaggia e di una città che ha il privilegio di affacciarsi a pochi passi dalle onde tutti i giorni dell’anno.

P.s. Ringrazio Giuseppe Marchesani per il suo prezioso archivio fotografico.

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