COVID19 TUTTI I PRIMATI NEGATIVI DELLA PROVINCIA DI PESCARA LA PEGGIORE TRA LE PROVINCE DEL CENTRO-SUD.

INDAGARE LE RAGIONI E SOSTENERE I REDDITI PER AFFRONTARE IL FUTURO.

Metà dei casi covid-positivi registrati in Abruzzo appartengono alla provincia di Pescara. La provincia di Pescara è la prima provincia del centro-sud per rapporto tra numero di contagi e popolazione quasi 48 persone contagiate ogni 10.000 abitanti. in Italia si colloca tra le prime 40 province, precisamente al 36° posto, superando province di Toscana, Emilia Romagna e Veneto molto più vicine ai primi focolai di contagio.

La provincia di Pescara ha anche un altro primato negativo, secondo i dati elaborati dall’Inps, la nostra provincia presenta il maggior incremento di decessi tra marzo e aprile rispetto alla media dei decessi attesi negli ultimi 5 anni. L’incremento si colloca tra il 30% e 50% in più. Una vera e propria anomalia tra le province del centro-sud, che allinea Pescara agli andamenti di mortalità delle province più colpite del centro e del nord.

L’Istat e l’Istituto Superiore di sanità nello studio Impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità della popolazione residente riportano che la variazione percentuale sulla mortalità attesa rispetto agli ultimi 5 anni  nella provincia di Pescara nel mese di marzo è stata +33,8% , nel mese di aprile +26,9%, collocando la nostra provincia nella classe “alta diffusione”.

Le connessioni di Pescara con Milano e Bologna non bastano a spiegare questi dati. Va indagato cosa non ha funzionato nella politica dei tamponi, nella messa in sicurezza dei presidi ospedalieri e delle residenze sanitarie, nell’isolamento domiciliare dei positivi, insomma nella gestione dell’epidemia, ma non solo. C’è una connessione tra i dati di inquinamento atmosferico della nostra provincia e dell’area metropolitana di Pescara, anche questi allineati con le città della pianura padana, con i numeri della pandemia? C’è un legame con la disarticolazione dei presidi ospedalieri territoriali e tutta la pressione sanitaria concentrata sull’ospedale Santo Spirito? Ha influito l’evento con Elettra Lamborghini con centinaia di persone assiepate al centro commerciale Porto Allegro a Montesilvano lo stesso giorno in cui si chiudevano le scuole? Ha influito il ritardo con cui è stata istituita dalla Regione la zona rossa nell’area vestina?

È necessario dare delle risposte a questi interrogativi, fugare ogni zona d’ombra, tutelare al massimo e prioritariamente tutti gli operatori sanitari, ed essere pronti e attrezzati per affrontare al meglio la probabile recludescenza del virus in autunno.

Impariamo dagli errori, rivediamo nel profondo le nostre scelte quotidiane. È desolante che politicanti e sindaci invece di indagare sulle ragioni di questi primati negativi siano occupati nella ottusa gara delle riaperture, passati nottetempo da minimizzatori del virus a sceriffi, da sceriffi al “tana libera tutti”.   Sicurezza sanitaria e sociale, ovvero sicurezza del reddito per tutti, devono rimanere priorità e ridisegnare l’agenda politica, altrimenti si rischia seriamente di riaprire per chiudere definitivamente. È urgente estendere e allargare le maglie del reddito di cittadinanza, serve una misura universale e incondizionata per il reddito, per superare questa nuova crisi, (il reddito di emergenza è un pannicello caldo). Vanno usate le risorse della Banca Centrale Europea, al posto di strumenti finanziari come il Mes che rischiano di indebitarci, e non è più rimandabile una semplice misura ridistributiva, di giustizia sociale, tassando fortemente i grandi patrimoni superiori al milione di euro nel rispetto del dettato della Costituzione.

 

Corrado Di Sante, segretario provinciale Pescara

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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