COLATA CEMENTO BIS IN VIA LIGURIA CITTADINI RICORRONO E VINCONO AL CONSIGLIO DI STATO.

Lavori sospesi in attesa giudizio di merito. Plauso alla tenacia dei residenti, difendono interesse collettivo.


Il Consiglio di Stato ieri venerdì 20 novembre, mentre Via Liguria finiva di nuovo sott’acqua, ha accolto la richiesta di sospensiva del cantiere avanzata da residenti dall’Associazione Prospettiva Futura  e dal Comitato di Quartiere “Saline Marina Pp1″. Il Tar Abruzzo dopo la prima sospensiva del 27 luglio scorso, il 14 settembre dopo l’istanza della Ribes Costruzione aveva riattivato il cantiere, rigettando la richiesta di sospensiva avanzata dei cittadini. Ora il Consiglio di stato mette la parola fine. I lavori in Via Liguria vanno fermati in attesa del giudizio di merito, sul rilascio del permesso di costruire A20-01 del 7 gennaio 2020 da parte dell’amministrazione di centrodestra, nonché sull’art. 27 del Regolamento Edilizio del Comune di Montesilvano. Ci auguriamo che il Tar accolga richieste dei cittadini e si ponga fine all’uso spregiudicato dei regolamenti edilizi cittadini e all’indecente sommatoria di premialità volumetriche in spregio a cambiamenti climatici e carichi urbanistici insostenibili.

È incredibile che i cittadini per difendere l’interesse collettivo debbano ricorrere prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, affrontare cospicue spese, avere come controparte l’amministrazione comunale, per salvaguardare il futuro della città ostaggio di amministratori sordi e miopi, degli  “stregoni del cemento” e dell’ “urbanistica miracolosa” . A questi cittadini va fatto un plauso per la tenacia dimostrata. Al contrario del sindaco De Martinis e dell’assessore Aliano, sono i cittadini a battersi per una Montesilvano più bella, più verde e più vivibile.

In Via Liguria per la seconda volta è stato rilasciato un permesso a costruire  che consentirebbe al costruttore di realizzare al posto di un villino unifamiliare degli anni 60  un palazzo di 5 piani, più il piano riservato ai garage, per 12 appartamenti, un volume di cemento che passerebbe da 492 metri cubi a 5000, su una strada di pochi metri priva di marciapiedi che ad ogni pioggia come accaduto ieri, finisce sott’acqua. Sui social i residenti hanno pubblicato  video e foto emblematiche con la strada allagata e il cemento nuovo in arrivo. Operazioni simili sono state autorizzate, sempre in zona mare, già una volta in Via Liguria, più volte in Via Romagna, in Via Calabria, in Via Danimarca: altro che recupero urbanistico è pura speculazione, fuori dal tempo, socialmente e ambientalmente insostenibile.

Nel motivare la sentenza il Consiglio di Stato scrive “Considerato, soprattutto in relazione ai profili relativi al computo o meno della volumetria dei sottotetti, di accogliere l’appello cautelare ai fini di mantenere res adhuc integra la controversia fino all’esame di merito”. A Montesilvano è pratica consolidata, una furbesca interpretazione della  Legge Regionale 40-2017 per il recupero ai fini abitativi ed economici di vani accessori, come garage, cantine, soffitte, ripostigli, interrati, anche per le nuove costruzioni. Può capitare, e sono già diversi i casi, che ad esempio, un sottotetto che nel permesso a costruire rilasciato dal comune era stato dichiarato inabitabile in sede di progetto, e quindi escluso  dal calcolo della cubatura e di altri parametri urbanistici (un vantaggio per il costruttore), subito dopo , con una seconda richiesta del costruttore sempre al medesimo ufficio urbanistica del comune, sfruttando la legge regionale, diventi un attico vista mare abitabile, uno o più  appartamenti veri e propri. Un doppio regalo di volumetrie, indecente e furbesco, perché se il progetto iniziale avesse previsto al posto di un sottotetto inabitabile, un appartamento, il comune avrebbe negato il permesso a costruire o sarebbe stato molto più oneroso per il costruttore, sia in termini monetari sia in termini di standard da garantire alla collettività, realizzare il progetto.

 Corrado Di Sante, segretario provinciale PRC-SE Pescara

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